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Confine
radiante

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Ph credits Marco Tonino

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«Nella Metafisica Aristotele definiva il confine di una cosa qualsiasi come la sua estremità, cioè «il primo termine oltre al quale non risiede alcuna parte di quella cosa, e il primo termine entro il quale sta tutto ciò che invece le appartiene». [...] Ma che dire del confine stesso: fa parte di quella cosa o fa parte del suo complemento? Pensiamo al confine tra l’acqua del mare e l’aria del cielo, scriveva Leonardo in una pagina del Codice Atlantico. È fatta di acqua o di aria? Pensiamo al bordo di una macchia nera su una superficie bianca, scriveva Peirce nella sua Logica della quantità. Di che colore è, nera o bianca? Anche rispetto ai confini temporali ritroviamo il medesimo problema. Lo stesso Aristotele si chiedeva nella Fisica se nel preciso istante in cui un corpo comincia a muoversi si debba dire che il suo corpo è in quiete oppure in moto» 

Achille Varzi, Teoria e pratica dei confini


 

Confine radiante è un’audioesperienza per camminatori lungo la cresta del Monte Sabotino.

Lo spettatore inizia a camminare e supera il confine tra la quiete e il moto. Percorre un chilometro esatto in linea d’aria da un punto A a un punto B. I suoi passi sono costantemente a cavallo di una linea spezzata che sarebbe invisibile, se non ci fossero alcune decine di cippi numerati con alla sommità due brevi linee nere che ne concretizzano gli angoli, se non avesse uno smartphone che traccia una retta di pixel esattamente sopra la sua posizione. Questa linea che c’è e non c’è è il confine tra Slovenia e Italia che corre esattamente lungo la cresta del Monte Sabotino.

 

Quei raggi, che partono dai baffi neri sui cippi, si prolungano in lunghi segni d’aria. Il confine è qui, coincide nella sua perfezione geometrica con l’imperfezione dei sassi, ed è qui perché tu possa abbracciare con lo sguardo cioè che c’è alla sua sinistra e alla sua destra. Invisibile e visibile, perfetto e imperfetto si accavallano per far sì che tu possa essere, per una volta, al culmine di due metà, di due visioni che si espandono lungo i fianchi di questa divisione. Una voce accompagna la tua camminata senza turbare il silenzio della montagna, ma cercando di espandere la tua immaginazione. Come cambia il tuo sguardo quando ci proietti sopra una geometria invisibile ma concreta? Come cambia la tua percezione ascoltando le testimonianze di altre persone a cavallo di linee che segnano altri confini, non solo geografici, ma ecosistemici, linguistici, sociali, psicologici?

 

 

 

 

 

 

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Confine Radiante

Ideazione e realizzazione David Angeli, Jacopo Giacomoni  in collaborazione con Marco Tonino

Consulenza tecnica Ikon srl

Organizzazione Marco Tonino

Una produzione Malmadur realizzata grazie alla residenza “Richiedo Asilo artistico” a cura di Festival In\Visible Cities e A.ArtistiAssociati

In collaborazione con Evoè Teatro

Ph credits Marco Tonino

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